"Io e Lelio andammo alla bibliotechina di tarquinia a cambiare i libri. C'era un ritratto del Re Imperatore sul muro, a sinistra un ritratto di D'Annunzio, dall'altra parte un riquadro sbiancato, nel posto dove era stato il Duce. Lelio montò su una sedia, tirò giù il Re Imperatore e lo appoggiò al muro, per terra; poi allungò le mani per prendere D'Annunzio. La signora bibliotecaria arrossì violentemente e disse: "Eh no, perbacco, quello no: quello è D'Annunzio!". Lelio disse: "Appunto", e lo mise al muro vicino al suo Re. La bibliotecaria stava per mettersi a piangere, mormorava: "Ma è il poeta della terza Italia", o quarta che fosse; ma noi inflessibilmente li passammo tutti e due per le scarpe. Lelio si mise a guardare il crocifisso che era restato solo sopra ai tre riquadri sbiancati. La bibliotecaria sbiancò anche lei. Dopo un po' lelio distolse lo sguardo dal crocifisso, e la bibliotecaria ridiventò rossa, e ci cambiò i libri. Mancava il verde."
L. Meneghello, I piccoli maestri, Milano 1986, p. 20
di biblioteche trovate in giro
"una biblioteca veramente moderna deve proporsi di andare incontro al lettore, invitarlo alla lettura, presentandogli il libro aperto" (L. Bianciardi)
mercoledì 9 maggio 2018
lunedì 9 gennaio 2017
Cattivi, di M. Torchio
"E per giunta: adesso Comandante leggeva i libri. [...]Quando non gli bastavano i libri portati dalla professoressa attingeva alla biblioteca del carcere, nell'infermeria vecchia, dentro cassette da frutta col fondo marcio. C'era soprattutto roba di chiesa. Ma anche qualche romanzo, capitato lì per caso, e manuali tecnici di quando l'isola era una colonia agricola: igiene, agrimensura, edilizia. Libri per trasformare il mondo.
Se uno era in prestito, o lo aveva lui o lo avevo io.
Ci chiamavano «politici», di nascosto, per sfottere, perché a quei tempi i politici erano gli unici a leggere." (pp. 110-111)
* Cattivi / Maurizio Torchio. - Torino : Einaudi, 2015. - 182 p. - (Supercoralli). - ISBN: 9788806218904
venerdì 27 novembre 2015
La stanza delle serpi, di L. Snicket
"Gli orfani erano così interessati alle gabbie che non si accorsero nemmeno di cosa c'era in fondo alla Stanza delle Serpi finché non ebbero visto ogni corsia, ma quando ci arrivarono restarono senza fiato per la sorpresa e la delizia. Perché alla fine di quelle file e file di gabbie, c'erano file e file di scaffali, stipati di libri di diverse forme e dimensioni, con gruppetti di tavoli, sedie e lampade da lettura. Di sicuro ricordate che i genitori dei ragazzi Baudelaire avevano un'enorme biblioteca, che gli orfani ricordavano con amore e della quale sentivano terribilmente la mancanza, e che dal giorno di quel terrificante incendio i ragazzi erano sempre felici quando incontravano persone che amavano i libri quanto li amavano loro. Violet, Kalus e Sunny esaminarono i libri con la stessa attenzione che avevano dedicato alle gabbie, e videro subito che per la maggior parte parlavano di serpenti e altri rettili. Sembrava che tutte le opere mai scritte sui rettili, da Introduzione alle grandi lucertole a Cura e alimentazione del cobra androgino, fossero allineate sugli scaffali, e i tre, specialmente Klaus, morivano dalla voglia di leggere tutto sulle creature della Stanza delle Serpi.
«È un posto fantastico» disse alla fine Violet, rompendo il lungo silenzio.
«Grazie» disse lo zio Monty. «C'è voluta una vita per metterlo insieme».
«E veramente abbiamo il permesso di entrare qui dentro?» chiese Klaus.
«Permesso?» ripetè lo zio Monty. «Vuoi scherzare! Io vi imploro di entrare qui dentro, ragazzo mio.»
* La stanza delle serpi / di Lemony Snicket ; illustrazioni di Brett Helquist ; traduzione di Valentina Daniele. - Milano : Salani, 2000. - 168 p. : ill. - (Una serie di sfortunati eventi ; 2). - ISBN: 8877829524
«È un posto fantastico» disse alla fine Violet, rompendo il lungo silenzio.
«Grazie» disse lo zio Monty. «C'è voluta una vita per metterlo insieme».
«E veramente abbiamo il permesso di entrare qui dentro?» chiese Klaus.
«Permesso?» ripetè lo zio Monty. «Vuoi scherzare! Io vi imploro di entrare qui dentro, ragazzo mio.»
* La stanza delle serpi / di Lemony Snicket ; illustrazioni di Brett Helquist ; traduzione di Valentina Daniele. - Milano : Salani, 2000. - 168 p. : ill. - (Una serie di sfortunati eventi ; 2). - ISBN: 8877829524
domenica 25 ottobre 2015
Eureka Street, di R. McLiam Wilson
"Gli piaceva pensare alle schiere di ragazze di Belfast che recavano tra le cosce la scritta invisibile:
Chuckie è stato qui:
furono brevi istanti memorabili.
Gran parte dei suoi trent'anni erano stati dedicati alla ricerca di quegli incontri erotici. Inizialmente aveva passato un sacco di tempo a setacciare la città in cerca di sesso, vagando dappertutto in cerca di una voluttà a due. L'aveva trovata nella sala di lettura color limone della Central Library, la biblioteca di Belfast, insieme a una ragazza che si preparava per la seconda volta all'esame di diploma del College of Business Studie. Nascosto dietro ai venti tomi della raccolta completa dei discorsi di Winston Churchill, Chuckie aveva raggiunto il suo ventottesimo orgasmo, il primo per mano non sua".
* Eureka Street / Robert McLiam Wilson ; traduzione di Lucia Olivieri. - Roma : Fazi, 1999. - 382 p. - (Fazi Tascabili ; 18). - ISBN: 888112338X
furono brevi istanti memorabili.
Gran parte dei suoi trent'anni erano stati dedicati alla ricerca di quegli incontri erotici. Inizialmente aveva passato un sacco di tempo a setacciare la città in cerca di sesso, vagando dappertutto in cerca di una voluttà a due. L'aveva trovata nella sala di lettura color limone della Central Library, la biblioteca di Belfast, insieme a una ragazza che si preparava per la seconda volta all'esame di diploma del College of Business Studie. Nascosto dietro ai venti tomi della raccolta completa dei discorsi di Winston Churchill, Chuckie aveva raggiunto il suo ventottesimo orgasmo, il primo per mano non sua".
* Eureka Street / Robert McLiam Wilson ; traduzione di Lucia Olivieri. - Roma : Fazi, 1999. - 382 p. - (Fazi Tascabili ; 18). - ISBN: 888112338X
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venerdì 11 settembre 2015
La figlia del tempo, di J. Tey
"Il libro era accompagnato da un biglietto, scritto nella grafia grande e frettolosa di Marta su carta da lettere rigida e costosissima.
Sono costretta a mandartelo invece di portartelo. Non ho un minuto libero. Credo di aver quasi convinto M. M. a scrivermi il dramma sulla Blessington. Niente T. Moro in nessuna delle librerie, così ho tentato alla Biblioteca Pubblica. Chissà perché nessuno pensa mai alle B. P. Forse è il timore che i libri siano ammuffiti e polverosi. Questo qui mi sembra bello pulito. Hai quindici giorni di tempo. Sembra più una sentenza che un prestito. Mi auguro che questo interesse per il Gobbo significhi che gli aculei pungono un po' meno.
A prestissimo,
Marta"
* La figlia del tempo / Josephine Tey ; traduzione di Hilia Brinis ; introduzione di P.D. James. - Milano : A. Mondadori, 2012. - 179 p. - (Oscar scrittori moderni ; 2033). - ISBN: 9788804618942
Sono costretta a mandartelo invece di portartelo. Non ho un minuto libero. Credo di aver quasi convinto M. M. a scrivermi il dramma sulla Blessington. Niente T. Moro in nessuna delle librerie, così ho tentato alla Biblioteca Pubblica. Chissà perché nessuno pensa mai alle B. P. Forse è il timore che i libri siano ammuffiti e polverosi. Questo qui mi sembra bello pulito. Hai quindici giorni di tempo. Sembra più una sentenza che un prestito. Mi auguro che questo interesse per il Gobbo significhi che gli aculei pungono un po' meno.
A prestissimo,
Marta"
* La figlia del tempo / Josephine Tey ; traduzione di Hilia Brinis ; introduzione di P.D. James. - Milano : A. Mondadori, 2012. - 179 p. - (Oscar scrittori moderni ; 2033). - ISBN: 9788804618942
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martedì 11 agosto 2015
Valentino, di N. Ginzburg
"Non c'era molti uomini intorno a Giulia, pensava mia madre perplessa. A volte qualche giovanotto la corteggiava, la faceva ballare per una o due sere, le sedeva vicino e provava a conversare con lei. Ma con Giulia non era facile conversare. Una stretta di spalle, uno sbatter di ciglia, un sorriso: ecco le sue risposte. Del resto di che cosa poteva conversare, povera figlia? Non aveva cultura. Non leggeva romanzi e ai concerti s'addormentava. Allora mia madre cercava di colmare il silenzio di Giulia conversando lei stessa: mia madre si teneva al corrente di tutta l'arte e la letteratura moderna, era abbonata a una biblioteca circolante e anche a Dronero riceveva libri per posta. E non c'era un fatto culturale o politico che sfuggisse all'attenzione di mia madre. Aveva un'opinione su ogni cosa. Pure quei giovanotti restavano accanto a Giulia una sera, due sere; poi se la squagliavano e mia madre li vedeva, in distanza, chiacchierare e ballare con altre ragazze. Ma Giulia non pareva rattristarsene. Sedeva tranquilla, ferma, con le gambe raccolte sotto la gonna e le dita intrecciate, e sulle labbra quel suo sorriso sciocco." (pp. 84-85)
* Valentino ; La madre ; Sagittario / Natalia Ginzburg. - Nuova ed. / a cura di Domenico Scarpa. - Torino : Einaudi, 2011. - 171 p. ; 19 cm. - (ET ; 1681). - ISBN 9788806205447
* Valentino ; La madre ; Sagittario / Natalia Ginzburg. - Nuova ed. / a cura di Domenico Scarpa. - Torino : Einaudi, 2011. - 171 p. ; 19 cm. - (ET ; 1681). - ISBN 9788806205447
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domenica 2 agosto 2015
Un infausto inizio, di L. Snicket
"«Bene, perché non venite da me e cercate il libro di cucina che preferite?» disse il Giudice Strauss.
I ragazzi assentirono e seguirono il Giudice Strauss fuori e poi nella sua casa ben curata. Li condusse attraverso un atrio elegante che profumava di fiori in una stanza enorme, e quando videro cosa c'era dentro quasi svennero dalla meraviglia, specialmente Klaus.
La stanza era un biblioteca, la raccolta personale del Giudice Strauss, scaffali e scaffali di libri, su ogni parete dal pavimento al soffitto, e scaffali separati al centro della stanza. L'unico punto non occupato dai libri era un angolo in cui si trovavano alcune ampie sedie dall'aria confortevole e un tavolo di legno, con delle lampade perfette per la lettura. Nonostante non fosse grande come la biblioteca dei loro genitori era altrettanto accogliente, e i ragazzi Baudelaire erano emozionati.
«Parola mia» disse Violet, «questa è una biblioteca meravigliosa!»
«Grazie infinite» disse il Giudice Strauss. «Colleziono libri da anni, e sono molto fiera della mia raccolta. Se non li sciuperete, potrete consultare i miei libri ogni volta che volete. Dunque, i libri di cucina sono laggiù, sulla parete orientale. Vogliamo darci un'occhiata?»
«Sì» disse Violet. «E dopo se non le dispiace, vorrei vedere qualche libro di ingegneria meccanica. Inventare cose è una delle mie grandi passioni».
«E io vorrei vedere dei libri sui lupi» disse Klaus. «Ultimamente sono affascinato dalla vita degli animali selvaggi del Nord America».
Sunny emise un verso che significava 'Per favore, non dimenticate di cercare anche un libro illustrato per me'.
Il Giudice Strauss sorrise. «È un piacere vedere giovani tanto interessati ai libri» disse. «Ma credo che sia meglio cercare prima una buona ricetta, voi cosa dite?»
I ragazzi assentirono e per circa trenta minuti esaminarono diversi libri di cucina consigliati dal Giudice Strauss. A dire il vero, i tre orfani erano così contenti di non essere in casa del Conte Olaf, e in questa bella biblioteca, che erano un pochino distratti e non riuscivano a concentrarsi sulla cucina. Ma finalmente Klaus trovò una pietanza che sembrava deliziosa e facile da preparare.
«Sentite qui» disse. «'Puttanesca'. È una salsa italiana per la pasta. Tutto quello che bisogna fare è cuocere insieme in un tegame olive, capperi, acciughe, aglio, prezzemolo tritato e pomodori, e poi servirla sugli spaghetti».
«Si direbbe semplice» concordò Violet, e gli orfani Baudelaire si scambiarono un'occhiata. Forse, con il gentile Giudice Strauss e la sua biblioteca alla porta accanto, prepararsi una vita piacevole sarebbe stato facile come cucinare una puttanesca per il Conte Olaf." (pp. 37-39)
* Un infausto inizio / di Lemony Snicket ; illustrazioni di Brett Helquist ; traduzione di Valentina Daniele. - Milano : Salani, 2000. - 141 p. : ill. - (Una serie di sfortunati eventi ; 1). - ISBN: 8877829516
I ragazzi assentirono e seguirono il Giudice Strauss fuori e poi nella sua casa ben curata. Li condusse attraverso un atrio elegante che profumava di fiori in una stanza enorme, e quando videro cosa c'era dentro quasi svennero dalla meraviglia, specialmente Klaus.
La stanza era un biblioteca, la raccolta personale del Giudice Strauss, scaffali e scaffali di libri, su ogni parete dal pavimento al soffitto, e scaffali separati al centro della stanza. L'unico punto non occupato dai libri era un angolo in cui si trovavano alcune ampie sedie dall'aria confortevole e un tavolo di legno, con delle lampade perfette per la lettura. Nonostante non fosse grande come la biblioteca dei loro genitori era altrettanto accogliente, e i ragazzi Baudelaire erano emozionati.
«Parola mia» disse Violet, «questa è una biblioteca meravigliosa!»
«Grazie infinite» disse il Giudice Strauss. «Colleziono libri da anni, e sono molto fiera della mia raccolta. Se non li sciuperete, potrete consultare i miei libri ogni volta che volete. Dunque, i libri di cucina sono laggiù, sulla parete orientale. Vogliamo darci un'occhiata?»
«Sì» disse Violet. «E dopo se non le dispiace, vorrei vedere qualche libro di ingegneria meccanica. Inventare cose è una delle mie grandi passioni».
«E io vorrei vedere dei libri sui lupi» disse Klaus. «Ultimamente sono affascinato dalla vita degli animali selvaggi del Nord America».
Sunny emise un verso che significava 'Per favore, non dimenticate di cercare anche un libro illustrato per me'.
Il Giudice Strauss sorrise. «È un piacere vedere giovani tanto interessati ai libri» disse. «Ma credo che sia meglio cercare prima una buona ricetta, voi cosa dite?»
I ragazzi assentirono e per circa trenta minuti esaminarono diversi libri di cucina consigliati dal Giudice Strauss. A dire il vero, i tre orfani erano così contenti di non essere in casa del Conte Olaf, e in questa bella biblioteca, che erano un pochino distratti e non riuscivano a concentrarsi sulla cucina. Ma finalmente Klaus trovò una pietanza che sembrava deliziosa e facile da preparare.
«Sentite qui» disse. «'Puttanesca'. È una salsa italiana per la pasta. Tutto quello che bisogna fare è cuocere insieme in un tegame olive, capperi, acciughe, aglio, prezzemolo tritato e pomodori, e poi servirla sugli spaghetti».
«Si direbbe semplice» concordò Violet, e gli orfani Baudelaire si scambiarono un'occhiata. Forse, con il gentile Giudice Strauss e la sua biblioteca alla porta accanto, prepararsi una vita piacevole sarebbe stato facile come cucinare una puttanesca per il Conte Olaf." (pp. 37-39)
* Un infausto inizio / di Lemony Snicket ; illustrazioni di Brett Helquist ; traduzione di Valentina Daniele. - Milano : Salani, 2000. - 141 p. : ill. - (Una serie di sfortunati eventi ; 1). - ISBN: 8877829516
sabato 25 luglio 2015
Un'altra notte a Brooklyn, di L. Block
"Rimasi ad ascoltarla mentre tramortiva a suon di moine un impiegato dell'ufficio del procuratore distrettuale di Brooklyn, poi le lasciai un elenco di persone da chiamare e andai in biblioteca. Non aveva bisogno di un supervisore, era un'attrice nata.
In biblioteca ripresi il lavoro cominciato la mattina precedente, analizzando sei mesi di microfilm del New York Times. Non cercavo i rapimenti, non mi aspettavo di trovare niente del genere. Infatti, ipotizzavo che avessero occasionalmente acciuffato qualcuna per strada senza che nessuno assistesse al fatto, o almeno senza che la cosa venisse denunciata. Cercavo vittime ritrovate morte nei parchi o nei vicoli, specialmente vittime che avessero subito violenze sessuali e mutilazioni, in particolare smembramenti.
Sussisteva il problema che certi particolari in genere non finivano sui giornali. Fa parte del protocollo standard della polizia non rivelare dettagli specifici di mutilazioni, allo scopo di risparmiarsi una serie di scocciature come confessioni fasulle, delinquenti imitatori, falsi testimoni. Per parte loro, i giornali tendono a risparmiare ai lettori i particolari più icastici. Quando la notizia va in stampa, non è facile capire cosa sia successo davvero.
Qualche anno fa c'era un maniaco sessuale che uccideva i ragazzini del Lower East Side. Li attirava sui tetti, li pugnalava o strangolava e amputava loro il pene per poi portarselo via. La cosa durò talmente a lungo da indurre gli agenti che indagavano sul caso a inventarsi un nome per il maniaco: Charlie Taglione.
Com'era ovvio, anche i giornalisti di nera lo chiamavano così, ma non sulla carta stampa. Nessun quotidiano di New York avrebbe mai offerto ai lettori quel piccolo dettaglio e nessuno avrebbe usato il soprannome senza che il lettore si facesse un'idea piuttosto chiara di quel che veniva tagliato. Così non gli attribuirono nessun nome e si limitarono a raccontare che l'assassino aveva mutilato o sfigurato le sue vittime, il che poteva significare qualunque cosa, dallo sventramento rituale a un brutto taglio di capelli.
Al giorno d'oggi probabilmente sarebbero meno accorti.
Una volta preso il via, riuscii a scorrere la settimana con una certa rapidità. Non avevo bisogno di esaminare il giornale per intero, mi bastava la cronaca cittadina, dove si concentravano le notizie sui crimini locali. A farmi perdere più tempo era la solita tendenza di cui cado vittima nelle biblioteche, cioè quella a farmi sviare da qualcosa di interessante che non ha niente a che fare con il motivo per cui mi trovo lì. Fortuna vuole che il Times non pubblichi le vignette. Altrimenti avrei dovuto lottare con la tentazione di godermi sei mesi di Doonesbury.
Lasciai la biblioteca con mezza dozzina di casi possibili annotati sul taccuino." (pp. 134-136)
* Un'altra notte a Brooklyn / Lawrence Block ; traduzione Simona Fefè. - Palermo : Sellerio, 2013. - 435 p. - (La memoria ; 930). - ISBN: 8838930597
In biblioteca ripresi il lavoro cominciato la mattina precedente, analizzando sei mesi di microfilm del New York Times. Non cercavo i rapimenti, non mi aspettavo di trovare niente del genere. Infatti, ipotizzavo che avessero occasionalmente acciuffato qualcuna per strada senza che nessuno assistesse al fatto, o almeno senza che la cosa venisse denunciata. Cercavo vittime ritrovate morte nei parchi o nei vicoli, specialmente vittime che avessero subito violenze sessuali e mutilazioni, in particolare smembramenti.
Sussisteva il problema che certi particolari in genere non finivano sui giornali. Fa parte del protocollo standard della polizia non rivelare dettagli specifici di mutilazioni, allo scopo di risparmiarsi una serie di scocciature come confessioni fasulle, delinquenti imitatori, falsi testimoni. Per parte loro, i giornali tendono a risparmiare ai lettori i particolari più icastici. Quando la notizia va in stampa, non è facile capire cosa sia successo davvero.
Qualche anno fa c'era un maniaco sessuale che uccideva i ragazzini del Lower East Side. Li attirava sui tetti, li pugnalava o strangolava e amputava loro il pene per poi portarselo via. La cosa durò talmente a lungo da indurre gli agenti che indagavano sul caso a inventarsi un nome per il maniaco: Charlie Taglione.
Com'era ovvio, anche i giornalisti di nera lo chiamavano così, ma non sulla carta stampa. Nessun quotidiano di New York avrebbe mai offerto ai lettori quel piccolo dettaglio e nessuno avrebbe usato il soprannome senza che il lettore si facesse un'idea piuttosto chiara di quel che veniva tagliato. Così non gli attribuirono nessun nome e si limitarono a raccontare che l'assassino aveva mutilato o sfigurato le sue vittime, il che poteva significare qualunque cosa, dallo sventramento rituale a un brutto taglio di capelli.
Al giorno d'oggi probabilmente sarebbero meno accorti.
Una volta preso il via, riuscii a scorrere la settimana con una certa rapidità. Non avevo bisogno di esaminare il giornale per intero, mi bastava la cronaca cittadina, dove si concentravano le notizie sui crimini locali. A farmi perdere più tempo era la solita tendenza di cui cado vittima nelle biblioteche, cioè quella a farmi sviare da qualcosa di interessante che non ha niente a che fare con il motivo per cui mi trovo lì. Fortuna vuole che il Times non pubblichi le vignette. Altrimenti avrei dovuto lottare con la tentazione di godermi sei mesi di Doonesbury.
Lasciai la biblioteca con mezza dozzina di casi possibili annotati sul taccuino." (pp. 134-136)
* Un'altra notte a Brooklyn / Lawrence Block ; traduzione Simona Fefè. - Palermo : Sellerio, 2013. - 435 p. - (La memoria ; 930). - ISBN: 8838930597
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mercoledì 15 luglio 2015
Fondamenta degli incurabili, di J. Brodskij
"All'estremità opposta della galleria il nostro anfitrione girò a destra, e noi tre lo seguimmo in una stanza che sembrava un incrocio tra una biblioteca e lo studiolo di un gentiluomo del Seicento. A giudicare dai libri allineati dietro la reticella metallica dell'armadio di legno rosso, grande quanto un guardaroba, il secolo del gentiluomo poteva essere addirittura il Cinquecento. C'era una sessantina di volumi bianchi, panciuti, rilegati in cuoio, da Esopo a Zenone, giusto il numero necessario e sufficiente per un gentiluomo; tutti i libri in più l'avrebbero trasformato in un penseur, con conseguenze disastrose per il suo equilibrio o per il suo patrimonio. A parte questo, la stanza era piuttosto spoglia. L'illuminazione non era molto migliore di quella della galleria, ma riuscii a distinguere uno scrittoio e un grande mappamondo sbiadito." (p. 47)
"La sera qui, non c'è molto da fare. Si può scegliere, certo, tra il teatro d'opera e i concerti in chiesa; ma sono cose che richiedono un po' di iniziativa e di preparativi: biglietti, orari e tutto il resto. Sono cose in cui non me la cavo molto bene; è quasi come prepararsi, da solo, un gran pranzo tutto per sé - e forse è anche peggio, si è più soli ancora. E poi, sono così fortunato che se una sera mi propongo di andare alla Fenice il cartellone è accupato per tutta la settimana da Čajkovskij o Wagner - l'uno vale l'altro, per quanto riguarda la mia allergia. Mai una volta Donizetti o Mozart! Non resta che leggere o gironzolare a caso, due cose che più o meno si equivalgono, perché di notte queste stradine di pietra sono come i camminamenti tra gli scaffali di qualche immensa biblioteca dimenticata, e sono altrettanto tranquille. Tutti i "libri" sono ermeticamente chiusi, e puoi capire di che cosa trattano solo guardando i nomi sul loro dorso, sotto il campanello." (pp. 84-85)
* Fondamenta degli Incurabili / Iosif Brodskij. - Milano : Adelphi, 1991. - 108 p. - (Piccola biblioteca Adelphi ; 259). - ISBN: 9788845908088
"La sera qui, non c'è molto da fare. Si può scegliere, certo, tra il teatro d'opera e i concerti in chiesa; ma sono cose che richiedono un po' di iniziativa e di preparativi: biglietti, orari e tutto il resto. Sono cose in cui non me la cavo molto bene; è quasi come prepararsi, da solo, un gran pranzo tutto per sé - e forse è anche peggio, si è più soli ancora. E poi, sono così fortunato che se una sera mi propongo di andare alla Fenice il cartellone è accupato per tutta la settimana da Čajkovskij o Wagner - l'uno vale l'altro, per quanto riguarda la mia allergia. Mai una volta Donizetti o Mozart! Non resta che leggere o gironzolare a caso, due cose che più o meno si equivalgono, perché di notte queste stradine di pietra sono come i camminamenti tra gli scaffali di qualche immensa biblioteca dimenticata, e sono altrettanto tranquille. Tutti i "libri" sono ermeticamente chiusi, e puoi capire di che cosa trattano solo guardando i nomi sul loro dorso, sotto il campanello." (pp. 84-85)
* Fondamenta degli Incurabili / Iosif Brodskij. - Milano : Adelphi, 1991. - 108 p. - (Piccola biblioteca Adelphi ; 259). - ISBN: 9788845908088
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lunedì 22 giugno 2015
Funny girl, di N. Hornby
SHAFTESBURY - Our man Crichton. Kenneth More, Millicent Martin, George Benson, David Kernan, Dilys Watling, Anna Barry, Eunice Black, Glyn Worsnip, Patricia Lambert (Delfont/Lewis/Arnold)
A chi, di preciso, era rivolta la convocazione per la settimana prossima? Di certo non a Kenneth More, Millicent Martin e tutti gli altri. Loro sapevano già che sarebbero apparsi in uno spettacolo del West End. Era rivolta a Barbara, o a ragazze come lei? E se mai quegli inviti misteriosi fossero stati indirizzati a lei, come faceva a sapere in che modo rispondere? Non c'erano date, né orari, né descrizioni del lavoro. Per molti spettacoli erano richieste delle soubrette, ma lei non sapeva che cosa fosse una soubrette, e non aveva un dizionario, e non sapeva dove fosse la biblioteca più vicina.
* Funny girl / Nick Hornby. - Milano : Guanda, 2014. - 373 p. - (Narratori della Fenice). - ISBN: 9788823509535
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