mercoledì 16 ottobre 2013

16 ottobre 1943, di G. de Benedetti

"Una strana figura, sulla quale si vorrebbero avere più ampi ragguagli, appare l'11 ottobre nei locali della Comunità. Accompagnato anche lui da una scorta di SS, al vederlo si direbbe un ufficiale tedesco come tutti gli altri, con quel più di arroganza che gli dà l'appartenere a una «specialità» privilegiata e tristemente famosa. Tutto divisa, anche lui, dalla testa ai piedi: quella divisa attillata, di un'eleganza schizzinosa, astratta e implacabile, che inguaina la persona, il fisico ma anche soprattutto il morale, con un ermetismo di chiusura-lampo. È la parola verboten tradotta in uniforme: proibito l'accesso all'uomo e all'individuale passato che vive in lui, che è la sua storia e la sua più vera «specialità» di creatura di questo mondo; proibito vedere altro che questo suo «presente» rigoroso, automatico, intransigentemente reciso.
Mentre i suoi uomini cominciano a buttare all'aria la biblioteca del Collegio Rabbinico e quella della Comunità, l'ufficiale con mani caute e meticolose, da ricamatrice di fino, palpa, sfiora, carezza papiri e incunaboli, sfoglia manoscritti e rare edizioni, scartabella codici membranacei e palinsesti. La varia attenzione del tocco, la diversa cautela del gesto sono subito proporzionate al pregio dei volumi. Quelle opere, per la maggior parte, sono scritte in remoti alfabeti. Ma ad apertura di pagina, l'occhio dell'ufficiale si fissa e si illumina, come succede a certi lettori particolarmente assistiti, che subito sanno trovare il punto sperato, lo sguardo rivelatore. Tra quelle mani signorili, come sottoposti a una tortura acuta e incruenta, di un sottilissimo sadismo, i libri hanno parlato. Più tardi si seppe che l'ufficiale delle SS era un egregio cultore di paleografia e filologia semitica.
La Biblioteca del Collegio rabbinico di Roma, e più ancora quella della Comunità, contenevano insigni raccolte ed esemplari di eccezione, alcuni dei quali unici. Una completa esplorazione e un catalogo non erano ancora stati fatti: forse avrebbero rivelato altri tesori. Per quel che ci consta, vi erano custoditi documenti copiosissimi e cronache, manoscritte e a stampa, della diaspora nel bacino mediterraneo, oltre tutte le fonti autentiche di tutta la storia, dalle origini, degli ebrei di Roma, i più vicini e diretti discendenti dell'antico giudaismo. profili ancora ignoti, da intentate prospettive, della Roma dei cesari, degli Imperatori e dei papi si nascondevano sotto quelle scritture. E generazioni che parevano passate su questa terra veramente come la schiatta delle foglie, attendevano dal fondo di quelle carte che qualcuno le facesse parlare.
Un colpo secco della chiusura-lampo, e la divisa ha rinserrato il semitologo, che è ridivenuto un ufficiale delle SS. Ordina: se qualcuno tocca, o nasconde, o asporta uno solo di questi libri, sarà passato per le armi, secondo la legge di guerra tedesca. Se ne va. I suoi tacchi scandiscono gli scalini. Poco dopo, sulla linea tranviaria della Circolare Nera, giungono tre carrozzoni merci. Le SS vi caricano le due biblioteche. I carrozzoni ripartono. Libri, manoscritti, codici e pergamene hanno preso la strada di Monaco di Baviera.

* 16 ottobre 1943 / Giacomo de Benedetti ; prefazione di Natalia Ginzburg. - Torino : Einaudi, 2001. - 82 p. - (ET. Scrittori ; 906). - ISBN: 880617309X

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