mercoledì 17 marzo 2010

Le lacrime dell'assassino, di A. L. Bondoux


"Ricardo spinse la porta di casa. Indietreggiò per lasciar passare i suoi ospiti. Il calore e la comodità dell'interno erano sorprendenti: tappeti, poltrone di velluto, un canapè fiancheggiato da due piccoli tavolini tondi, tende alle finestre, soprammobili... E la cosa più assurda, un'immensa biblioteca, dove i libri erano stipati, al punto di cadere dagli scaffali. Tutto l'opposto di come ci si sarebbe immaginati la casa di un vecchio boscaiolo." (p. 130)

"Sei tanto vecchio?"
"Non mi restano molti libri da leggere", rispose.
E il bambino, sorpreso e ammirato, immaginò la biblioteca di Ricardo come una riserva d'ossigeno. Se la durata di una vita era così strettamente legata al numero di libri che uno possedeva, allora questo spiegava la morte improvvisa dei suoi genitori: a casa sua, non ce n'era nemmeno uno di libri! Giurò a se stesso di comprarne molti con il suo denaro.
"Dove si comprano i libri", chiese.
"In città. Nelle librerie. A volte ne hanno anche i venditori ambulanti, ma non sono mai granché".
"Mi piacerebbe tanto andare in una libreria [...]" (p. 144)

"Pablo accatastava fascine con buon umore. Il futuro gli sembrava radioso: avrebbe passato ancora alcune notti lì, a casa di Ricardo, così avrebbe avuto modo di rivedere i bambini e di fare con loro il girotondo sull'erba umida. Poi, sarebbero partiti verso nord. Sarebbero tornati a casa, la loro casa in capo al mondo, e, dopo essersi riposati ben bene, sarebbero risaliti fino a Puerto Natales. Dopo tutto non era grave non avere la pecorella. In compenso avrebbe avuto i libri. Se glielo chiedeva, Angel gli poteva anche costruire una grande biblioteca, sarebbe bastato fissarla con delle pietre contro il muro della casa. Come gli piaceva tutto questo!" (p. 145)

"Dentro la prigione, Angel aspettava la sentenza.
La sua cella sapeva di muffa e urina. Aveva diritto a dieci minuti d'aria al giorno. La tristezza di quel luogo e della sua vita gli stringeva in una morsa senza fine il cuore e la testa. Non pensava a niente. Gli avevano riso in faccia quando aveva chiesto di avere accesso ai libri della biblioteca, visto che la sua scheda attestava nero su bianco che non sapeva leggere. Nessuno pensò che aveva finito per imparare, a forza di ascoltare le lezioni di Luis e di seguire i progressi di Pablo. Nessuno sapeva fino a che punto gli anni passati con il bambino lo avevano cambiato. E, in ogni caso, nessuno avrebbe voluto crederci." (p. 169)

"Entra", gli disse Pablo. "Avrai sete".
Una volta in casa, Luis si stupì dei cambiamenti apportati da Pablo.
"Un nuovo tavolo?"
"L'altro era morto", rispose Pablo.
"Questo è molto bello", riconobbe Luis.
Anche la biblioteca che Pablo aveva costruito con le sue mani lo colpì molto. Come regalo, vi depose un libro, quello che parlava dei navigatori ributtati sulla terraferma e delle tempeste, e dal quale Pablo aveva sentito per la prima volta la voce dei poeti.
"Adesso conosco tutte le parole", mormorò Pablo passando le dita sulla copertina. (p. 184)

"Di tanto in tanto, uno straniero spuntava dal sentiero di pietra. A volte uno scienziato, più spesso un geologo con la sua scatola di sassi, a volte un astronomo alla ricerca di una notte buia, oppure un poeta sulle tracce dell'anima cilena, o un mercante di avventure a caccia di occasioni.
Pablo li accoglieva a porta spalancata. Rideva davanti alla sorpresa che si dipingeva sulle loro facce quando scoprivano l'interno della casa. La biblioteca, i tappeti, le candele, le cartoline, le tende immacolate..." (p. 186)

* Le lacrime dell'assassino / Anne-Laure Bondoux ; traduzione di Francesca Capelli. - Cinisello Balsamo (MI) : San Paolo, [2008]. - 187 p. ; 23 cm. - ISBN: 9788821563935

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